SULMONA – “In relazione all’evidente caso di malasanità che ha visto il ricovero e l’intervento chirurgico su un paziente affetto da grave obesità presso l’Ospedale di Sulmona, simile all’ultimo verificatosi a Napoli, il Coordinamento cittadino Lega Sulmona chiede le immediate dimissioni del direttore generale della Asl1 Rinaldo Tordera. Specie per il modo in cui lo stesso manager ha cercato in seguito di mascherare l’erronea gestione dello stesso”, scrive in un comunicato emesso in mattinata il Coordinamento leghista sulmonese.
“Com’è noto anche dai fatti di cronaca, un paziente dal peso di oltre 260 kg dopo esser stato rifiutato da due ospedali, prima Teramo poi il “regionale” San Salvatore dell’Aquila, è stato assistito presso la struttura di “base” sulmonese. Tutto questo per ordine della Direzione generale, nonostante presso il San Salvatore vi sia un reparto distinto per trattare questa tipologia di paziente specializzato in chirurgia Bariatrica. Segnaliamo inoltre che anche Chieti possiede un reparto di Chirurgia per l’obesità”.
“Il reparto, della cui esistenza ci si può rendere conto anche sul sito della Asl1, è fornito di una equipe qualificata in grado di offrire un approccio multidisciplinare nell’assistenza di pazienti gravemente obesi, per il loro trattamento in completa sicurezza. Cosa che nel nosocomio sulmonese, nonostante la buona volontà degli operatori, non è possibile perché lo stesso non può eseguire chirurgia Bariatrica come da protocollo: non è insomma una struttura adeguatamente ricettiva sia per la mancanza di letti speciali sia di personale idoneo”.
“La risposta successiva poi del Direttore generale Tordera alle prime polemiche – il quale sosteneva che l’iter del paziente è stata la sintesi di criteri di gestione interna decisi in base alle situazioni contingenti – fa emergere ancor più il rischio a cui è stato esposto il paziente stesso, dato che attraverso quelle sommarie procedure sono stati elusi i principali protocolli di sicurezza“.
Conclude il Coordinamento cittadino Lega Sulmona: “Insomma un comportamento parecchio azzardato, per un ricovero forzato infine non presso il reparto deputato ma presso quello di “Rianimazione” (perché solo qui era disponibile un letto atto all’accoglienza) che lascia pensare anche al rischio di infezioni nosocomiali enormi. Le stesse che si sono corse durante l’operazione in anestesia spinale per un’ernia addominale: se fossero sopraggiunte complicanze non ci sarebbe stata l’assistenza specialistica adeguata. Per la somma di questi motivi, e allo scopo di fare definitivamente luce sul caso, attraverso rappresentanti della Lega verrà chiesto l’intervento di Ispettori ministeriali”.